La storia degli algoritmi di Google
Gli algoritmi di Google, i famosi meccanismi che regolano la posizione dei risultati di ricerca nella SERP. Ma cosa sono e come funzionano? In uno degli articoli passati abbiamo parlato della ricerca su Google, quali sono le tipologie dei risultati e le caratteristiche della sua SERP. Come già sai quindi, l’esito delle nostre ricerche, su quello che è uno dei più grandi motori di ricerca, è frutto di criteri generati sulla base di algoritmi. Negli anni, si sono susseguiti aggiornamenti su aggiornamenti per rendere sempre più performante l’esito di una ricerca.
Per capirci: se quando cerchi la ricetta per l’impasto della pizza non hai tra i risultati i migliori calzascarpe sul mercato, il merito è di questi algoritmi. Ovviamente, non si limitano solo a questo, ma nel tempo hanno cercato di affinare i risultati proposti migliorando le correlazioni, suggerendo ricerche simili, conseguenti o affini a quella che hai appena fatto.
Potremmo pensare a Google come a un impiegato di una biblioteca che deve scandagliare i suoi archivi per darti il libro che stai cercando. Così come gli aggiornamenti permettono di affinare la ricerca virtuale, sia in termini di tempo che di risultati, allo stesso modo se diamo un monopattino elettrico o un paio di occhiali speciali al nostro impiegato, la sua risposta alla nostra richiesta sarà migliore e più celere.
Gli algoritmi di Google: nascita e sviluppo dei criteri di ricerca nel web
Dunque, vediamo quali sono gli algoritmi di Google più famosi che nel corso degli anni hanno trasformato un anonimo motore di ricerca, ideato nel 1998 da Larry Page e Sergey Brin, due studenti dell’Università di Stanford, in una delle aziende più potenti e ricche del pianeta. Tra gli anni ’90 e i primi 2000, posizionarsi tra i primi risultati di ricerca era piuttosto semplice, bastava ripetere molte volte le famose parole chiave, mettere del testo nascosto e inserire quanti più link possibili; il gioco era presto fatto. Risultato? Spesso non si riusciva a trovare quello che si cercava e si dovevano scorrere più pagine prima di soddisfare la propria ricerca (e a volte neanche bastava).
2003 – Florida Updates
Il primo passo verso il cambiamento si ebbe con l’aggiunta della barra degli strumenti nel 2000, ma nel 2003 con gli aggiornamenti Boston, Cassandra, Dominic, Esmeralda, Fritz e soprattutto Florida, si ebbe il famoso spartiacque. Prima di tutto con l’introduzione dei Quality Rater, figure esterne che valutavano i contenuti delle pagine ed i risultati in SERP. Poi, l’attenzione si sposta sugli anchor text e la valutazione semantica con particolare attenzione ai sinonimi utilizzati.
2005 – Nofollow e Jagger Updates
Questo anno racchiude circa nove aggiornamenti (tra cui le tre fasi di Jagger, Big Daddy, Burbon, Gilligan), i più importanti dei quali hanno riguardato l’introduzione della sitemap XML, la personalizzazione della ricerca per ciascun utente, la repressione di backlink innaturali e il potenziamento della local SEO di Google Maps. Nofollow, lanciato in contemporanea ad altri browser e motori di ricerca ha fatto sì che venissero esclusi dal ranking i commenti nei blog e i link spam.
2007 – Universal Resarch
Nel maggio del 2007 si registrò il cambio epocale della SERP. Viene abbandonata la classica pagina da dieci risultati per far posto a quella che vediamo ancora oggi, con l’avvento dei filtri web, notizie, immagini, mappe, ecc.
2008 – Google Suggest
Il motore di ricerca di Mountain View, grazie a questo aggiornamento, introduce i suggerimenti nella ricerca. Appare un box con un elenco a cascata contenente i suggerimenti per la ricerca.
2009 – Vince e Caffeine
Il primo mutò qualcosa in ambito SEO finendo per favorire i grandi marchi e la loro autorevolezza. Il secondo, invece, si pose l’obiettivo di velocizzare il lavoro di indicizzazione dei crawler, con il risultato di restituire contenuti più rilevanti e pertinenti, aumentandone il numero di quelli indicizzati.
2010 – May Day e altri algoritmi di Google
Questo aggiornamento ha modificato il modo in cui Google valutava la migliore corrispondenza per le query a coda lunga. Altri aggiornamenti hanno poi riguardato la pubblicità locale, con il lancio di Google Places, la possibilità di un dominio ad apparire più volte nella stessa SERP. In più, cominciano le prime timide relazioni con i contenuti dei Social Network.
2011 – Panda e Google+
Prendendo il nome dall’ingegnere che lo ha ideato, tra gli algoritmi di Google, Panda, è una dei release più importanti. Da adesso in poi, si andò a colpire ancora più duramente quei siti i cui contenuti erano: duplicati, di scarso valore, impertinenti e irrilevanti rispetto alle intenzioni di ricerca degli utenti. Tali novità vennero accompagnate da un documento di 23 domande e risposte utili per chiarificare il concetto di contenuto di buona qualità. Nel corso dell’anno, Panda fu più volte aggiornato: vennero favoriti i risultati con contenuti a breve scadenza (gli eventi imminenti o attuali per intenderci) e, tra le tante cose, i siti con aggiornamenti frequenti rispetto agli altri. In questo stesso anno venne lanciato Google+, il social network di big G che però non ebbe il successo sperato (verrà poi infatti chiuso tra il 2019 e il 2020).
2012 – Top Heavy, Penguin, Pirate, EMD, Venice
Con il primo (noto come algoritmo dei layout di pagina) si penalizzarono i siti con le pubblicità invasive (above the fold) . Con Penguin è continuata la guerra ai backlink “innaturali” ponendo fine alla alle strategie di link building low cost. Pirate, come suggerisce il nome, fece perdere punteggio ai contenuti che, dietro segnalazione, violavano le norme sul copyright. L’ultimo invece colpiva quei domini che si trovavano meglio posizionati solamente in virtù delle parole chiave contenute nel nome piuttosto che nei contenuti. Con Venice si cercò di privilegiare ancor di più la ricerca locale.
2013 – Hummingbird
Migliorata l’intelligenza del crawler, adesso in grado di interpretare e correggere gli errori come refusi o storpiatura di parole e nomi. Viene introdotta la ricerca vocale. Inoltre, le pagine possono posizionarsi in SERP anche per parole chiavi non contenute al loro interno.
2014 – Pigeon
Aggiornamento che ha riguardato perlopiù la ricerca locale, dando maggior risalto ai contenuti in prossimità. Migliorata anche l’individuazione e conseguente penalizzazione dei contenuti spam o con troppi annunci pubblicitari. Con successivi aggiornamenti è stata ampliata la platea dei siti di news.
2015 – Mobilegeddon e RankBrain
Con l’ascesa sul mercato degli smartphone e la loro conseguente affermazione come principale device per la navigazione web, Google ha migliorato i suoi servizi con l’aggiornamento denominato Mobilegeddon. I siti responsive e con pochi annunci scalano così le posizioni nella SERP. RankBrain è stato un algoritmo di apprendimento automatico. Esso filtrava i risultati della ricerca per fornire agli utenti una migliore corrispondenza nelle risposte. Per detta dell’azienda informatica, RankBrain il terzo fattore di posizionamento più importante.
2016 – AdWords Shake-up
Con questi aggiornamenti vengono tolti gli annunci dalla colonna di destra spostandoli in blocchi di quattro all’inizio della SERP; sebbene fosse destinato alle ricerche a pagamento, ha avuto riscontri anche in quelle organiche.
2017 – Fred e Google Jobs
Fred è l’aggiornamento più criptico rilasciato da Google, su di esso ci sono poche informazioni. Si sa che mirava alla penalizzazione dei siti votati principalmente alla monetizzazione, a discapito della qualità dei contenuti. Successivi aggiornamenti minori durante l’anno hanno continuato a penalizzare siti con troppi popup pubblicitari “aggressivi”. Durante il 2017 Google ha lanciato ufficialmente il proprio portale per le offerte di lavoro ovvero tre annunci di lavoro nei risultati di ricerca. Dello stesso anno l’aumento dei caratteri dello snippet, che passa da 155 a 300; facendo però marcia indietro l’anno successivo.
2018 – Medic Update
L’algoritmo di Google del 2018 è così chiamato perché ha posto l’accento sui fattori di autorevolezza EAT (competenza, autorità, fiducia) tipici dei brand legati ai settori benessere e salute. In realtà, ad essere coinvolti sono stati i siti “Your Money, Your Life“, ovvero quei portali che trattano argomenti legati al mondo medico o finanziario che possono gravare sulla felicità e la salute degli utenti in maniera positiva o negativa. Anche la sezione video ha subito miglioramenti significativi.
2019 – Bert, uno degli algoritmi di Google tra i più innovativi
Acronimo di Bidirectional Encoder Representations from Transformers, questo algoritmo di Google si serve di reti neurali per comprendere meglio testi, query di ricerca e relazioni tra entità. Questo aggiornamento segna un passo decisivo verso lo scostamento dalle semplici key words in favore di un più ampio riscontro nei contenuti. Di fatti, con le reti neurali, il motore di ricerca non si limita più a comprendere il significato delle singole parole, ma interpreta il contesto in cui esse si collocano. Questo perché, con l’aumento delle ricerche vocali cambia completamente il modo di “chiedere le cose” a Google.
2020 – Piccoli update sulla ricerca
Il 2020 non ha registrato particolari cambiamenti, non sono stati rilasciati nuovi algoritmi Google e le uniche modifiche hanno riguardato lo snippet per le inserzioni.
*Articolo aggiornato al dicembre 2020
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