Il Mito della Carpa Koi (Nishikigoi)
Carpa Koi – Il mito delle Nishikigoi
Il logo della nostra azienda, Carpa Comunication, prende ispirazione dalla carpa Koi, varietà di origine asiatica della tradizionale carpa europea. Rispetto a quest’ultime, il loro aspetto differisce per colorazione, decorazione e qualità delle scaglie. Ne esistono tante varietà, circa 22, le colorazioni più comuni sono: bianco, nero, rosso, giallo, blu e crema. Sono pesci intelligentissimi, con elevata longevità (pensate che in media vivono tra i 25 e 35 anni), sempre in movimento e sono capaci di nuotare controcorrente, grazie alla loro forza e vitalità.
Un antichissimo mito cinese, il mito della Porta del Drago, ha come protagonista proprio una carpa. Il racconto viene menzionato per la prima volta nel 1279 nel Sutra del Loto, testo fondamentale della letteratura buddista, che cita una lettera del monaco buddista giapponese Nichiren Daishonin. Nel corso superiore del Fiume Giallo c’è un’altissima cascata chiamata Ryumon, che significa Porta del Drago, le sue acque ripidissime scoraggiano chiunque tenti di avvicinarsi; figuriamoci di risalirle. Si narra che un gran numero di carpe si raccolgano nel bacino sottostante sperando di risalire la cascata, il coraggioso pesce che vi riuscirà si tramuterà in un drago. Oltre alle carpe, sulle rive del fiume vivevano anche gli uomini che avevano, come al solito, abusato del paesaggio, facendo scappare molti degli animali che popolavano le acque d’orate del fiume.
La Carpa coraggiosa che risale il fiume
Tra gli abitanti più vigorosi vi erano le carpe: Narumi Asagi (Nishikigoi squamata, con una colorazione rossa e squame di colore azzurro) coraggiosa piccola carpa era figlio di Asagi Magoi (carpa regina di colore grigio molto scuro, tendente al blu) e di Higoi (dai pigmenti rossastri). Era affascinata dai racconti del padre, il quale gli raccontava che un tempo non esistevano barriere tra il fiume Giallo e l’Azzurro e tutti i pesci potevano nuotare liberamente senza pericoli. Un bel giorno, la piccola carpa decise di risalire la cascata e provare a fare il grande salto per raggiungere l’altro bacino e trasformarsi in un drago. Narumi Asagi nuotò fino alle pendici della grande cascata, tutti gli altri pesci non osavano sfidare la corrente contraria, ma lui era determinato a raggiungere la Porta del Drago. Avanzando a poco a poco, la coraggiosa carpa guizzava tra le correnti; ma non passò inosservata. Gli uomini del fiume la notarono, credevano che la carpa volesse sfidarli e disseminarono il corso d’acqua con trappole e reti.
Il viaggio della Carpa continua
Grazie alle sue dimensioni il piccolo pesce poté gabbare gli umani evitando trappole e reti e proseguire per la propria strada. Ad un tratto, l’acqua del fiume si intorbidì a tal punto che la carpa non vedeva più nulla. Il pesciolino vacillava e gli uomini con le loro grasse risate si sentivano ormai vincitori. Improvvisamente però, il dio dell’acqua, intenerito dalla tenacia dell’animale, richiamò un mulinello di vento che portò via tutta la sporcizia e pulì il fiume, permettendo alla carpa di proseguire. Nuota e nuota, la carpa proseguiva nella sua risalita del fiume, ma si accorse che l’acqua intorno a lei diminuiva e alzando lo sguardo vide una diga altissima che sfiorava il cielo. La Porta del Drago si trovava proprio al di là di quell’ammasso di cemento eretto dagli uomini. Decise ugualmente di tentare di scavalcarla, saltando con tutte le energie che aveva in corpo. Balzo dopo balzo, le forze però calavano, la diga sembrava diventare sempre più alta e gli uomini che la guardavano ridevano chiassosamente.
Da Carpa a Drago Bianco
Ancora una volta, il dio dell’acqua volle punire gli uomini, che avevano osato disprezzarlo imbrigliando il suo libero corso, e premiare il coraggioso pesce che si apprestava a compiere un altro balzo. Poco dopo lo slancio, un’onda sospinse la piccola carpa così in alto da permettergli di oltrepassare la diga e raggiungere le acque del fiume Azzurro. Grazie alla sua volontà di non arrendersi mai, la piccola Nishikigoi poté giungere alla Porta del Drago e oltrepassarla. Scomparve tra la nebbia e si trasformò in un meraviglioso Drago Bianco.
Un altro mito, attiguo a questo, narra che la prima Nishikigoi trasformatasi in Drago Bianco si scontrò con il Drago Nero. Il primo che simboleggiava le virtù positive, sconfisse il secondo, rappresentazione delle virtù negative, riportando pace, benessere e prosperità sulla terra. I colori dei due draghi celebrano la trasformazione delle carpe selvatiche scure nelle meravigliose Nishikigoi, dai colori sfavillanti ed accesi.