I colori nel marketing e il loro uso: perché alcuni oggetti sono sempre di quel colore?
Ti sei mai chiesto perché un determinato oggetto ha quasi sempre gli stessi colori? Perché ad esempio si indicano maschi e femmine con azzurro e rosa, oppure perché la maggior parte delle matite sono gialle? Attraverso una rapida panoramica vediamo quali oggetti hanno avuto nella storia dei colori che li hanno sempre contraddistinti.
Perché quasi tutte le matite sono gialle?
Il perché del colore giallo per le matite ha una storia relativamente recente. L’idea nasce da una società viennese (poi trasferitasi in Repubblica Ceca), la Hardtmuth, che verso la fine del diciannovesimo secolo cominciò a produrre lapis dai nomi orientali e dal colore giallo. In quegli anni, in Europa, le miniere di grafite scarseggiavano, così ci si spostava verso oriente alla ricerca di nuovi giacimenti. Ne fu individuato una in Siberia e proprio da quello che la Hardtmuth si riforniva. Fu così che si decise di produrle di colore giallo, che in oriente simboleggiava regalità e lusso. Ad avvalorare il legame con l’oriente, è il nome che deriva un diamante indiano, Koh-I-Noor.

Matita Koh-I-Noor Hardtmuth
I primi esemplari di queste matite furono presentate all’esposizione universale. Il successo di questi lapis fu così grande che l’azienda cambiò il nome in Koh-I-Noor Hardtmuth. I concorrenti cominciarono anch’esse a produrre matite dal colore giallo e dai nomi orientali ed ecco perché ancora oggi la gran parte delle matite disponibili sul mercato sono di colore giallo.
Perché quando si nasce si appende il fiocco azzurro per i maschi e rosa per le femmine?
Oggi siamo abituati a pensare che il colore rosa rappresenti l’universo femminile, mentre l’azzurro quello maschile. E se invece vi dicessimo che un tempo era proprio all’opposto, ci credereste? Ebbene sì, la nobiltà di un tempo soleva far ritrarre i propri figli maschi con vesti di colore rosa perché era il colore che più si avvicinava al rosso, simbolo di comando, energia, forza e nobiltà. Viceversa, le donne vestivano di azzurro per richiamare la purezza verginea della Madonna, quasi sempre raffigurata con vesti azzurre. Mentre i bambini appena nati venivano indistintamente avvolti in panni bianchi, come sinonimo di innocenza e purezza.

Fiocco azzurro e fiocco rosa
Il “cambio di rotta” si ebbe agli inizi del Novecento, in quegli anni infatti, venne lanciata nel mercato la prima bambola Barbie vestita di rosa. Il successo del giocattolo fu immenso. Le fabbriche produssero centinaia di migliaia di bambole e tutte le bambine non desideravano avere altro; ma questa è un’altra storia. Sulla scia del successo le industrie di abbigliamento cominciarono a produrre vestiti azzurri per gli uomini e rosa per le donne, fiocchi azzurri e rosa vennero appesi alle porte dei neogenitori. Ancora una volta le grandi industrie della moda e il marketing cambiarono per sempre la concezione dei colori.
Perché le grandi catene di fast food utilizzano i colori giallo e rosso?
Quasi tutti i loghi dei più famosi fast food si assomigliano tra loro, non tanto nelle forme grafiche ma nei colori. Se ci fai caso, i colori che utilizzati sono il rosso e il giallo. Dalla M di McDonald’s, passando per Burger King per finire al colonnello del pollo (solo per citarne alcuni), tutti questi loghi presentano il giallo e il rosso. Si potrebbe pensare al richiamo degli ingredienti: giallo le patatine fritte o il pane, e il rosso per le salse o il pomodoro; tuttavia il discorso è leggermente più subdolo. Tali colori sono di per sé sgargianti e risaltano immediatamente alla vista. Il giallo e il rosso ti “abbagliano” e, secondo la famosa teoria dei colori, stimolano appetito e sete. Il rosso provoca l’aumento del battito e il respiro, ragion per cui ci spinge a mangiare più velocemente. Il giallo, richiamando il sole, emana energia e calore, incuriosisce e coinvolge. Essi si contrappongono al blu e verde che richiamano invece calma e pacatezza, motivo per cui queste tonalità le possiamo ritrovare in scuole, banche e ospedali. Quindi, il Visual Content Marketing non è mai una pratica casuale o approssimata, soprattutto quando si parla di cibo.

Rosso e giallo – colori tipici dei fast food
I colori delle palline da tennis e dei palloni da calcio, quando la tv impone le sue leggi
Non è puramente marketing, ma rimaniamo comunque in tema di leggi di mercato e potenza economica. Se ad ognuno di noi ci chiedessero di disegnare un pallone da calcio, lo disegneremmo sferico, bianco e nero; ma perché? Prima del 1968 i palloni non erano sferici e presentavano colori scuri (il famoso marrone cuoio). Fu a partire dai Campionati europei di quell’anno che l’Adidas, noto brand tedesco di articoli sportivi, lanciò il famoso Telstar. Il nome era ispirato al primo satellite per le telecomunicazioni e la sua forma era ispirata all’icosaedro troncato di Archimede. La casa di produzione tedesca lo realizzò in cuoio cucito su di una camera d’aria e contava 12 pentagoni neri e 20 esagoni bianchi.

Il famoso pallone Telstar prodotto dall’Adidas
Tali colori furono scelti, su pressione delle televisioni, che all’epoca trasmettevano in bianco e nero, per garantire maggiore visibilità del pallone al pubblico a casa. Dalla fine degli anni ‘80, con l’avvento delle tv a colori e il peso sempre maggiore degli sponsor tecnici, quelli di adesso presentano colori differenti, anche se il bianco rimane quasi sempre quello dominante. Ma se dovessimo disegnare un pallone da calcio, molto probabilmente sarebbe in bianco e nero, sarebbe il Telstar.
Le matite gialle, il fiocco azzurro, il rosso nei fast food. Ecco il perché di questi colori
Discorso simile avvenne nel tennis. In questo caso accadde tutto in Inghilterra, in occasione del famoso torneo tennistico di Wimbledon. La BBC che aveva da poco lanciato le trasmissioni a colori avrebbe dovuto trasmettere l’edizione del 1967 dello “Slam” in diretta tv. La diretta fu un successo, però vi fu un problema piccolo come una pallina da tennis. Infatti, a quell’epoca si giocava con sferette bianche e con le grandi velocità impresse dagli atleti, la pallina risultò pressoché invisibile al pubblico da casa.

Il giallo delle palline di tennis
Durante le dirette, più volte il commentatore di BBC2, David Attenborough, lamentò la scarsa visibilità delle palline e così l’International Tennis Federation (ITF) si mosse e decise di commissionare uno studio per trovare il colore che più potesse garantire visibilità in tv. Il responso fu quello del cosiddetto giallo ottico e nel 1972 lo si adottò come colore ufficiale. Nonostante ciò, solo nel 1986 il Torneo di Wimbledon si piegò al regolamento, abbandonando il tradizionale bianco delle sferette, per accogliere quelle in giallo ottico.
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